Un altro passo verso la beatificazione di Padre Marella

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  1. CignoNero75
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    CITAZIONE
    Il Pontefice ha promulgato i decreti per la creazione di 63 nuovi beati e 7 nuovi venerabili servi di Dio. Caffarra: "Ringraziamo Dio per il dono della santità di vita esemplare di Padre Marella".

    Bologna, 28 marzo 2013 - Papa Francesco ha promulgato ieri i decreti per la creazione di 63 nuovi beati e sette nuovi venerabili servi di Dio. Ieri infatti il Pontefice ha ricevuto il Cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e, “nel corso dell’udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i decreti riguardanti” varie cause. Una di queste, come si legge sul sito del Vaticano, riguarda “le virtu’ eroiche del Servo di Dio Olinto Marella, Sacerdote diocesano; nato a Pellestrina (Italia) il 14 giugno 1882 e morto a San Lazzaro di Savena (Italia) il 6 settembre 1969”. Tre decreti riguardano italiani, e uno di questi e’ appunto Padre Marella. E’ “una bella notizia”, dice Marco Macciantelli, sindaco di San Lazzaro, ricordando che le spoglie di Padre Marella riposano proprio a San Lazzaro, in via dei Ciliegi, nel sepolcro sotto la chiesa della Sacra Famiglia alla Cicogna.
    Insomma, si fa “un passo avanti verso la beatificazione di Padre Marella, simbolo di vicinanza ai piu’ poveri, immortalato all’angolo tra via Caprarie e via Drapperie, nell’atto di raccogliere il frutto della carita’ dei bolognesi, ma anche attivo, a San Lazzaro di Savena, nella costruzione della Citta’ dei Ragazzi: un piccolo villaggio di ventiquattro case per famiglie formate da tre generazione di padri, figli e nipoti dell’opera Padrea Marella”, ricorda Macciantelli mandando poi i suoi rallegramenti all’attuale direttore dell’Opera Marella, Padre Gabriele Digani e all’attuale presidente Osvaldo Zocca.
    Risale all’8 settembre del 1996 nella Chiesa della SS.Annunziata di Bologna, per volonta’ del Cardinale Giacomo Biffi, e dei vescovi dell’Emilia Romagna, l’avvio del processo per la beatificazione di don Olinto Angelo Giuseppe Marella, un “cristiano che si è distinto durante la vita per un’eroica osservanza delle leggi divine e dei precetti della Chiesa, viene identificato dalla Congregazione dei Santi presso la santa sede di Roma”, come si legge sul sito dell’Opera che porta il suo nome.
    Il processo diocesano e’ stato chiuso il 17 dicembre 2005 dal Cardinal Carlo Caffarra nella cattedrale di S.Pietro. Poi e’ stato inviato a Roma un plico di 6.000 pagine con tutti i documenti della causa ed e’ stato nominato postulatore dalla Congregazione dei Santi l’avvocato Andrea Ambrosi. Fu poi monsignor Giuseppe Gutierrez a comporre la Positio sulla vita, le virtu’ e la fama di santita’ di don Marella nell’ottobre 2008.
    Nello stesso anno veniva aperto il Tribunale di Bologna l’approvazione del miracolo sulla guarigione di Piero Nobilini, ex allievo. Una volta riconosciutolo valido e’ stata mandata alla Congragazione dei santi la descrizione sottoscritta da Padre Vittorio Schiavetta e confermata dal Cardinal Caffarra. Nel frattempo si sono succedute in citta’ iniziative, tra cui vari concerti, per tenere alta l’attenzione sulla causa di beatificazione.
    Il Cardinale Carlo Caffarra invita i fedeli bolognesi “a ringraziare Dio per il dono della santità di vita esemplare di Padre Marella e a pregare chiedendo grazie al Signore mediante l’intercessione del Venerabile”. La Chiesa di Bologna, inoltre, oggi “si rallegra per questo atto del Sommo Pontefice, col quale la stessa Chiesa universale riconosce la santita’ di vita di colui che i bolognesi ricordano e portano nel cuore come ‘padre Marella’, grande apostolo della carità”. In una nota, inoltre, la Curia ricorda che “il processo di canonizzazione del Venerabile don Olinto Marella prosegue ora verso la beatificazione, per la quale è necessario il riconoscimento di un miracolo avvenuto per intercessione del Venerabile. La sola competente in materia è la Congregazione per le cause dei Santi, la quale, dopo aver preso atto che la procedura seguita dall’Arcidiocesi di Bologna per l’individuazione del miracolo è stata corretta, ha attualmente all’esame l’evento miracoloso proposto.
    “Non potevamo ricevere un regalo piu’ bello in questa Santa Pasqua”. L’Opera Padre Marella esulta per la notizia che arriva dal Vaticano: Papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce le virtu’ eroiche di don Marella e dunque lo riconosce come “Venerabile”.
    Il sito dell’Opera festeggia: “Grande è la gioia di tutti noi”. E’ un passo avanti verso la beatificazione. “Adesso si aspetta il riconoscimento pubblico del miracolo per poi proclamarlo beato”, si legge ancora sul sito.

    FONTE: ilrestodelcarlino.it

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    CHI È PADRE MARELLA?
    CITAZIONE
    Giuseppe Olinto Marella nasce il 14 giugno 1882 a Pellestrina (Venezia) da una famiglia benestante. Il padre, medico condotto dell’isola, muore nel 1903, lasciando la vedova Carolina de Bei, insegnante, con tre giovani figli. Olinto, secondogenito, dimostra fin dall’adolescenza inclinazione alla vita ecclesiastica, grazie alle particolari cure dello zio monsignor Giuseppe M. Marella, arcivescovo di Pellestrina.
    Terminate le scuole, il giovane Olinto viene mandato a Roma a proseguire gli studi nell’Apollinare, l’Istituto superiore di studi ecclesiastici, dove ha come compagno di corso Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Consegue la laurea in Teologia e Filosofia. Sacerdote il 17 dicembre del 1904, don Olinto celebra la prima Messa nella città natale. Sacerdote aperto e brillante, gli viene affidato l’incarico di insegnante nel seminario di Chioggia. Nel 1909, con l’aiuto del fratello Tullio, studente di ingegneria, progetta il Ricreatorio popolare a Pellestrina e, in breve tempo, raccoglie attorno a sé i bambini della parrocchia, educandoli con quei metodi moderni che gli procureranno non pochi problemi. Nello stesso anno, il 25 settembre 1909, infatti don Olinto Marella viene sospeso “a divinis” con il divieto di accostarsi all’Eucarestia in diocesi; il tutto dovuto alla ospitalità data allo “scomunicato” Romolo Murri, suo amico fin dal seminario.
    Con molta amarezza e dolore è costretto a lasciare la sua terra e come insegnante comincia a peregrinare in varie città italiane dove riesce a ottenere le cattedre di insegnamento. Nel 1916 consegue la laurea in Storia e Filosofia e il diploma di Magistero in Filosofia. Nel 1919 viene incaricato all’insegnamento della Filosofia nel Liceo Canova di Treviso. Insegna a Messina, Pola, Rieti, e Padova. Cura anche la traduzione del libro di G. B. Vico: “De nostri temporis studiorum ratione” e altri libri di pedagogia. Fa anche parte della Commissione Centrale per la revisione dei libri di testo. Nel 1924 approda a Bologna come insegnante di storia e filosofia nei prestigiosi Licei Galvani e Minghetti, dove rimarrà in cattedra fino al 1948.
    Il 2 febbraio 1925, festa “Presentazione al Tempio”, il Card. Nasalli Rocca toglie a don Olinto Marella la sospensione a divinis, lo riabilita e lo accoglie nella Diocesi di Bologna, dove può finalmente esercitare il suo sacerdozio divenendo in breve fulgido esempio di apostolo, soprattutto nella periferia della città tra i poveri e i derelitti. Dal 1932 fa parte del Consiglio della San Vincenzo. In seguito, dopo la costruzione delle case Popolari di via Vezza, Piana, Pier Crescenzi, Mascarella, Scipione del Ferro, dirige l’assistenza religiosa degli agglomerati urbani. In quegli anni trasforma in piccole cappelle alcune cantine dei palazzoni appena costruiti detti degli “umili”. Negli stessi anni ospita nell’appartamento di via S. Mamolo 23, dieci piccoli bambini orfani, dove contemporaneamente trovano rifugio anche perseguitati politici.
    Don Marella, che ben presto diventa per tutti Padre Marella, per la sua paternità esercitata sul campo, è l’uomo mandato da Dio che, dopo aver peregrinato e sofferto per sedici lunghi anni, marcisce come un chicco di grano e rinasce come una rigogliosa spiga per portare frutti abbondanti nella ricca, grassa e godereccia Bologna, città famosa per la sua cultura e gastronomia, ma non altrettanto famosa per la sua carità e testimonianza di fede.
    Padre Marella con la sua presenza silenziosa e forte, con la sua fede impregnata di carità, con la sua concretezza ed immediatezza nel porgere aiuto a chiunque, tocca il cuore di tutti. Nessuno riesce a passargli accanto senza essere folgorato dalla sua Carità. Padre Marella diventa così la coscienza di Bologna, un faro di luce che illumina una città forse troppo borghese.
    Si fa mendicante per condividere e capire meglio la condizione dei poveri, ma soprattutto, ispirato da Dio, sceglie questa forma eloquente ed umile di testimonianza per dare la possibilità a tante persone frettolose, distratte e indifferenti, di riflettere, arrestare la loro corsa e mettere in moto il meccanismo interiore della solidarietà.
    Sceglie una cattedra di umiltà senza precedenti, da quell’angolo di strada, arroccato su quell’umile sgabello, lancia un silenzioso e penetrante messaggio a tutti i passanti: “non si può restare indifferenti di fronte a chi soffre”. Il periodo bellico lo vede autore di innumerevoli gesti di coraggio e altruismo; è costretto ad accogliere nelle sue case rifugio un impressionante numero di orfani, di sbandati, di poveri di ogni genere.
    Costruisce chiese, si consuma giorno e notte alla questua davanti ai luoghi di spettacolo ed in alcuni punti strategici della città, e riesce anche ad ottenere dalla nettezza urbana un vecchio magazzino, che nel 1948 sarà trasformato nella prima rudimentale “Città dei Ragazzi” in via Piana a Bologna. Lo stesso anno lascia l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno ai “suoi ragazzi”. Gli anni a seguire vedono Padre Marella protagonista di diversi riconoscimenti come i due “Premi della Bontà” da parte della Regione e della Provincia; il premio “Notte di Natale” Angelo Motta.
    La sua fama di santità cresce a dismisura davanti agli occhi del popolo, mentre per alcuni suoi confratelli di sacerdozio è un personaggio da tenere sotto controllo perché troppo evangelico e poco canonico; infatti fino a che è stato in essere il famoso sant’uffizio, veniva richiesta annualmente una relazione scritta al vescovo di Bologna, sul comportamento di questo sacerdote troppo originale e innovatore.
    Nel 1960 Papa Giovanni XXIII scrive una lettera al Card. Lercaro a favore dell’”Opera assistenziale del mio carissimo amico e Padre Marella”, inviando l’offerta di un milione. L’8 ottobre 1968 don Olinto detta il suo Testamento Spirituale e nomina suo successore Padre Alessandro Mercuriali.
    Il 6 settembre 1969, dopo aver ricevuto pienamente i conforti religiosi, attorniato dai suoi ragazzi, si spegne all’età di 87 anni, lasciando un’eredità di amore e carità che a 40 anni dalla sua scomparsa porta ancora frutti copiosi perché affonda le radici nella Divina Provvidenza, la quale non abbandona mai nessuno, ma soprattutto chi si prende cura dei poveri.
    La salma del Padre dal 1980 riposa nella Chiesa della Sacra Famiglia in San Lazzaro come da suo desiderio: “Vicino ai miei ragazzi”.

    FONTE: operapadremarella.it

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