Cos'è l'alcolismo

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  1. CignoNero75
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    L'alcolismo è una sindrome patologica determinata dall'assunzione acuta o cronica di grandi quantità di alcol.

    L'intossicazione acuta da alcol F10.0 si instaura generalmente dopo un'assunzione superiore a 50 mg/100mL (109 mmol/L).
    La medesima può sopraggiungere a concentrazioni inferiori nel caso di soggetti suscettibili, più spesso per patologie enzimatiche.
    La sindrome di dipendenza F10.2 si ha quando sono presenti tre o più dei seguenti criteri
    bisogno imperioso o necessità di consumare dell'alcol (craving)
    perdita di controllo: incapacità di limitare il proprio consumo di alcol
    sindrome di astinenza
    sviluppo di tolleranza
    abbandono progressivo degli altri interessi e/o del piacere di consumare l'alcol
    consumo continuo di alcol nonostante la presenza di problemi ad esso legati.
    La dipendenza può essere primaria (80% dei casi) o secondaria ad affezioni psichiatriche.
    Le persone con una concentrazione di recettori dopaminergici D2 cerebrali inferiore alla norma (determinata geneticamente), hanno un rischio più elevato di sviluppare una forma di dipendenza.[senza fonte]

    In clinica ci si riferisce all'alcolismo anche mediante l'utilizzo del termine latino potus (potare, bere) per indicare la compulsione a bere alcolici.

    Piuttosto che di tipologie dell'alcolismo sarebbe più corretto parlare di alcolismi, tuttavia meritano attenzione alcuni tentativi classificatori, se non altro come contributi clinici storico-antologici. La prima classificazione degli alcolisti che ha tenuto conto degli aspetti sociali, psicologici, medici del bere è quella di Jellinek (1960) che individuò cinque diverse categorie:

    Bevitori alfa: consumatore che beve per disinibirsi, per allentare i propri freni.
    Bevitori beta: bevitore occasionale.
    Questi due tipi non sono affetti da dipendenza, ma hanno un maggior rischio, rispetto alla popolazione generale.

    Bevitori gamma: in questa categoria rientrano coloro la cui caratteristica centrale è la perdita di controllo. Sono soggetti che possono anche astenersi dall’alcol, ma nel momento in cui ne iniziano l’uso lo fanno in modo incontrollato.
    Bevitori delta: è l'etilista soggetto a crisi di astinenza. Spesso necessitano di ricoveri in ospedale a causa delle complicazioni organiche e delle crisi astinenziali, ma tornano a bere non appena dimessi.
    Bevitori epsilon: il soggetto è un bevitore episodico, con periodi di eccesso (per es. sobrio durante tutta la settimana, ubriaco nel weekend). Comprende anche quei soggetti che possono astenersi dal bere anche per lunghi periodi, poi improvvisamente ricominciano in modo incontrollato.
    Cloninger (1987) in base ad altre osservazioni individuò due sottogruppi principali di alcolisti, uno ad eziologia genetico-ambientale, l’altro prevalentemente genetica.

    Tipo I: l’esordio dell’alcoldipendenza e dei problemi alcolcorrelati è tardivo (dopo i 30 anni) e raramente accompagnato da comportamenti aggressivi o da complicazioni legali o sociali dovute all’abuso di alcol.
    Tipo II: è più frequente nei maschi; ha un esordio più precoce (prima dei 25 anni) ed è legato a problemi sociali e legali. Il contatto con i Servizi sanitari è precoce; spesso in questi soggetti si riconoscono disturbi antisociali di personalità e casi di alcolismo e depressione nei familiari di primo grado.
    Altre classificazioni si sono basate sulle caratteristiche di personalità del bevitore

    Bevitore compulsivo: beve ogni giorno fino ad ubriacarsi; dopo aver iniziato a bere, non riesce più a controllarsi. Smette soltanto perché lo stato di incoscienza, la fine del denaro o interventi esterni lo costringono ad arrestarsi. Riesce a trascorrere brevi periodi di astinenza o intervalli fra le bevute, ma il primo sorso di alcol fa immediatamente scattare il comportamento del "tutto o nulla" e continua a bere fino a ubriacarsi. Questo tipo di bevitore tende a colpevolizzarsi, talvolta è aggressivo e desideroso di affetti, ma in fase di intossicazione alcolica può trasformarsi completamente alternando l'aggressività alla depressione.

    Bevitore gregario: corrisponde all'alcolista da bar o da trattoria di paese, che di rado perde totalmente il controllo: ingerisce grandi quantità di alcol, ma riesce a smaltirle nelle serate in compagnia. L'alcol ha la funzione di elemento unificante tra i singoli bevitori che, pur avendo personalità diverse, riescono generalmente ad armonizzare tra di loro, a scambiarsi formule semplici per la risoluzione dei problemi del mondo, a darsi pacche sulle spalle, ad abbracciarsi e ad avere atteggiamenti di intima amicizia. In genere il gregario non soffre di particolari frustrazioni o conflitti in quanto delega al gruppo i suoi sentimenti repressi e i suoi problemi. In questa categoria di bevitori rientrano coloro che bevono per identificarsi in un modello culturale, per esempio gli artisti o gli studenti del campus universitario. Sovente il modo di bere del singolo si adatta a quella del gruppo, tanto che l'uscita da questo può portare anche a una riduzione dell'abuso di alcol; perciò l'appartenente a questa tipologia dovrebbe essere colui che ha la prognosi più favorevole nei confronti del bere.

    Bevitore autistico: corrisponde al clochard, al mendicante-assistito, al barbone per vocazione, all'artista introverso e chiuso al mondo. Sono in genere persone emarginate dalla società o per rifiuto o per costrizione, ma che non sono necessariamente "fuorilegge". Vivono grazie all'assistenza o a un'attività minima che consente loro di sopravvivere. L'alcol potrebbe essere il mezzo di consolazione per la situazione vissuta, oppure potrebbe essere stato la causa di questo tipo di vita. Talvolta questo tipo di bevitore vive momenti di grande generosità, di acquisti insensati e di tentativi di mutamento radicale della sua vita. L'alcolismo autistico può anche rappresentare il punto di arrivo di altre forme di alcolismo, soprattutto quando il soggetto subisce un'emarginazione violenta durante il suo percorso di etilista. Questo fa sì che l'appartenente a questa tipologia sia difficile da curare e da disintossicare.

    Bevitore solipsistico: corrisponde al professionista che si chiude nello studio e passa buona parte del tempo a bere, soprattutto superalcolici. Questo tipo di bevitore sfoga nell'alcol le tensioni della vita quotidiana, la sua paura di non farcela e di non essere all'altezza.. La società o, a suo tempo, la famiglia contribuiscono a creare la paura di non essere all'altezza, di non essere capace di soddisfare il suo compito e a creare, quindi, una situazione di grande conflitto. Il soggetto spesso diventa alcolista non quando si impegna per soddisfare la sua immagine, ma piuttosto quando si accorge che questa era coatta. Può essere definito un alcolismo da successo, e si può manifestare in tutte le classi sociali quando il punto d'arrivo non è in sintonia con i reali investimenti personali. L'alcolista solipsistico nega la sua dipendenza, la nasconde, se ne vergogna e la giustifica.

    Bevitore regressivo: è colui che beve periodicamente, intervallando mesi di eccessi a mesi di bevute normali. È un soggetto che cerca di controllarsi, ma in situazioni a rischio, come in compagnia, a un ricevimento o quando la scelta delle bevande è ampia, difficilmente riesce a mantenere i buoni propositi. Il soggetto insomma è consapevole del problema e pur essendo in grado di autocontrollarsi, si lascia coinvolgere facilmente in situazioni di tipo disinibitorio e di eccesso. La ricaduta lo riempie di vergogna, d'impotenza, ma anche di aggressività.

    Bevitore reattivo: incontra l'alcol in conseguenza di una situazione dolorosa, come un lutto, e il tutto assume il carattere di una crisi. Non essendo in grado di reagire diversamente, beve e questo accentua la disperazione che ha scatenato la situazione. La battaglia contro l'alcol diventa particolarmente fallimentare e destinata a cocenti sconfitte, perché l'alcol diviene il mezzo per sopportare, per lenire le paure e il dolore, diventando così un sostituto affettivo gratificante e soddisfacente. Anche la casalinga frustrata e insoddisfatta del suo ruolo corrisponde a questa tipologia di bevitore, perché l'alcol diventa il mezzo compensatorio della situazione a cui non riesce a ribellarsi e diviene una forma di aggressione nei confronti dell'uomo che la fa sentire una donna-oggetto.

    Bevitore pulsionale: è colui che, pur bevendo in modo eccessivo se sollecitato emotivamente, pur ricorrendo all'alcol per eludere l'ansia e i conflitti, è consapevole della sua dipendenza, ma cerca l'alcol volontariamente, perché questo assume il significato di sedativo e diventa una fonte di piacere. Anche se è consapevole dei danni che si procura, preferisce bere per affrontare situazioni di tensione o di noia quotidiana. La pulsione di bere è intimamente accettata e lo smettere viene vissuto come un tremendo dispiacere e un progetto sempre futuro. Questa dipendenza ricorda molto quella del fumatore che considera il fumo come una parte del suo vivere normale.

    La diagnosi si pone quando si ottiene almeno un si alle seguenti domande (CAGE test)

    Cut down
    ha mai avvertito la necessità di ridurre l'assunzione di alcol?
    Annoyed
    è mai stato infastidito da persone che hanno criticato la sua eccessiva assunzione di alcolici?
    Guilty
    si è mai sentito in colpa o a disagio per aver assunto degli alcolici?
    Eye opener
    ha mai bevuto un bicchiere appena sveglio per combattere l'ansia o eliminare i postumi della sbornia?
    L'alcolismo è una minaccia per la vita e spesso porta alla morte, specialmente come causa di malattie del fegato ed emorragie interne. Ci sono anche altri rischi di morte derivanti dall'assunzione di alcol, come gli incidenti alcol-correlati (sul lavoro, stradali, ecc.) o il suicidio, anche fra i giovani alcoldipendenti.

    La dipendenza da alcol è più dura da spezzare e molto più dannosa di molte altre sostanze che provocano dipendenza. I sintomi fisici durante l'astinenza da alcol sembrano essere uguali a quelli sperimentati nella fase di astinenza dall'eroina.

    I disturbi correlati all'alcol sono identificabili come:

    Intossicazione
    Abuso
    Dipendenza
    Astinenza
    Delirio da intossicazione
    Delirium tremens (da astinenza)
    Demenza persistente
    Disturbo amnestico persistente
    Per tutti i seguenti occorre individuare se son dovuti a intossicazione o ad astinenza:

    Disturbo psicotico
    con deliri
    con allucinazioni
    Disturbo dell'umore indotto
    Disturbo d'ansia indotto
    Disfunzione sessuale indotta
    Disturbo del sonno indotto
    Depressione

    L'alcol agisce direttamente sui neuroni. Aumenta la funzione del GABA, che è il principale amminoacido inibitorio del sistema nervoso centrale, aumenta il rilascio di dopamina, stimola il rilascio di sostanze oppioidi, ed ha proprietà anestetiche. Gli effetti neurologici causati dall'alcol sono:

    Astinenza
    Sintomi frequenti al mattino dopo l'astinenza notturna, costituiti da tremori, senso di angoscia, irritabilità, nausea, vomito, inappetenza. I sintomi regrediscono appena l'alcolista inizia a bere. Con il tempo la sintomatologia peggiora e sopraggiungono anche tachicardia, arrossamento del viso e delle congiuntive, illusioni (disturbi percettivi), allucinazioni uditive e visive (zoopsie, di visione persone, naturali e piacevoli oppure terrificanti).

    Convulsioni da astinenza
    Sopraggiungono tra le 13 e 24 ore dopo aver smesso di bere e di solito si risolvono spontaneamente.

    Delirium tremens
    è un delirio causato dalla deprivazione alcolica. Si manifesta con delirio, agitazione, allucinazioni, convulsioni, tachicardia, febbre, disidratazione, sudorazione profusa, insonnia. La fase acuta dura circa tre giorni e si risolve poi con un lungo sonno profondo.

    Degenerazione cerebellare alcolica
    è associata ad atassia agli arti inferiori, tremore a riposo ed intenzionale. è caratterizzata dalla degenerazione delle cellule del Purkinje. Questa malattia è diagnosticata attraverso la TAC e la RMN, che permettono di individuare la degenerazione. La terapia consiste nella somministrazione di Tiamina.

    Encefalopatia acuta di Wernicke e Sindrome di Korsakoff
    L'encefalopatia acuta di Wernicke è dovuta ad una carenza di vitamina tiamina. Si manifesta con un'alterazione dello stato mentale, atassia, ed oftalmoplegia. Il ritardo della terapia può portare a demenza anamnestica cronica permanente (psicosi di Korsakoff). Il trattamento consiste nella somministrazione di Tiamina.

    Neuropatia alcolica
    causata da deficit delle vitamine B1 (Tiamina) e B12 (Cobalamina) (per mancata alimentazione adeguata), e danno tossico assonale che causa neuropatia sensitivo-motoria distale, con ipoestesia, parestesie, deficit sensibilità profonda di tipo tabetico, deambulazione steppante, areflessia osteotendinea; denervazione all'EMG.

    Idiosincrasia alcolica
    Questa patologia può sfociare in un comportamento aggressivo, spesso associato a fenomeni psicopatici e criminali.

    Demenza alcolica e atrofia cerebrale
    è la via finale comune di tutti gli alcolisti che non rinunciano all'alcol. Si ha una progressiva perdita dell'integrità della persona.

    Malattia di Marchiafava e Bignami
    è rappresentata da una degenerazione della mielina delle fibre del corpo calloso con relativa conservazione degli assoni. Il corpo calloso appare incavato, rossastro, grigio-giallastro. In questi pazienti, vi era uno stato di demenza, apatia, spesso commettevano atti e reati a sfondo sessuale.

    trattamenti per l'alcolismo includono programmi di disintossicazione gestiti da istituzioni mediche. Questi possono richiedere il ricovero di un paio di settimane in reparti ospedalieri specializzati dove possono essere somministrati farmaci per evitare i sintomi dell'astinenza. Dopo la disintossicazione, si usano diverse forme di terapia di gruppo o di psicoterapia, per occuparsi dei problemi sottostanti. Queste terapie possono essere supportate da farmaci quali il Disulfiram (nomi commerciali: Antabuse o Etiltox), che causa un forte e rapido malessere dopo anche la più piccola dose di alcool ingerita. Qualora si riprendesse il consumo di alcol (in presenza di questo farmaco) possono avvenire conseguenze assai gravi e persino la morte.

    Un altro programma di trattamento è basato sulla terapia nutrizionale. La maggior parte degli alcolisti accusano problemi nel trattamento degli zuccheri, con resistenza dell'insulina, che può essere trattata con una dieta ipoglicemica. L'ipoglicemia causa un livello discontinuo di zuccheri nel sangue ed il relativo apporto al cervello. Ciò coinvolge il comportamento e gli stati emotivi spesso riscontrati fra gli alcolisti in trattamento.

    Gli aspetti metabolici dell'alcolismo sono spesso trascurati con conseguenti cattivi risultati di trattamento.

    problemi sociali derivanti dall'alcolismo possono includere la perdita del lavoro, problemi finanziari, condanne per crimini come la guida in stato di ebrezza o problemi di ordine pubblico, perdita dell'alloggio e perdita di rispetto da parte di chi vede il problema come un vizio facilmente evitabile. Studi approfonditi, dimostrano che l'alcolismo interessa non soltanto gli alcolisti ma anche e profondamente i membri delle loro famiglie. I loro bambini possono essere influenzati anche da grandi, generando quella che comunemente viene definita la sindrome dei figli adulti degli alcolisti, e anche prima della nascita, generando la cosiddetta sindrome fetale da alcol nei bimbi nati da madri alcoliste.

    Molti sono erroneamente convinti che quando la persona ha rinunciato a bere, il problema sia pressoché risolto. Tuttavia la gran parte di persone che ha smesso di bere continua a definire sé stesso "alcolista" o "alcolista in trattamento".

    Gli agenti farmacologici usati (sotto stretto controllo medico) nel trattamento dell'alcolismo includono:

    ansiolitici come benzodiazepine per trattare i sintomi dell'astinenza
    Disulfiram e Naltrexone per migliorare l'arrendevolezza al piano di astinenza
    GHBS (sodio oxibato) sia nella sindrome di astinenza acuta, che nel trattamento a breve e medio-lungo termine della dipendenza da alcool
    la farmacopea standard di antidepressivi, ansiolitici ed altri psicotropici
    farmaci per trattare i sottostanti disturbi dell'umore, nervosi e fisici connessi con i sintomi dell'alcolismo.

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  2. Cerberox
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    Purtroppo c'è da dire che a tutt'oggi in italia è la sostanza che crea maggior dipendenza, e tutto ciò accade con la complicità dello Stato che ha tutto l'interesse a ricavare profitto (e tanto) dalla vendita di alcol.
    Gli 'ubriaconi' che vediamo per strada sono solo la punta dell'iceberg. Il vero problema sta nel silenzio delle famiglie "normali"...
     
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  3. CignoNero75
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    L'alcol è più subdolo delle altre sostanza per il semplice motivo che è più facile reperirlo, anche smettere diventa più complicato, perchè ti basta entrare in un supermercato per poter avere la tentazione di bere, o andar fuori con gli amici la sera.
    Per il silenzio delle famiglie "normali" il discorso credo sia sempre lo stesso: è difficile, è maledettamente complicato ammettere che ci sono dei problemi, se non lo ammetti è come se non ci fossero, e poi entrano in gioco anche tutti i fottuti sensi di colpa.
     
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  4. sonoancora-qui
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    L'interesse sta anche in altro, sta in alcuni fattori concomintanti che possono portare all'alcoolismo, come l'ansia per una situazione che non viene accettata.
    C'è interesse anche nel mantenere questo ed è un fatto che non va nemmeno, o almeno dovrebbe, direttamente a vantaggio della società (come il denaro ricavato dalle tasse sulla vendita di alcoolici), ma solo a vantaggio di alcuni, qualli che sfuttano ignoranza e senso di insoddisfazione per sfruttare le persone.
     
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  5. CignoNero75
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    Tipologie di bevitore

    Bevitore compulsivo
    Beve ogni giorno fino ad ubriacarsi; dopo aver iniziato a bere, non riesce più a controllarsi. Smette soltanto perché lo stato di incoscienza, la fine del denaro o interventi esterni lo costringono ad arrestarsi. Riesce a trascorrere brevi periodi di astinenza o intervalli fra le bevute, ma il primo sorso di alcol fa immediatamente scattare il comportamento del "tutto o nulla" e continua a bere fino a ubriacarsi. Questo tipo di bevitore tende a colpevolizzarsi, talvolta è aggressivo e desideroso di affetti , ma in fase di intossicazione alcolica può trasformarsi completamente alternando l'aggressività alla depressione.

    Bevitore gregario
    Corrisponde all'alcolista da bar o da trattoria di paese, che di rado perde totalmente il controllo: ingerisce grandi quantità di alcol, ma riesce a smaltirle nelle serate in compagnia.
    L'alcol ha la funzione di elemento unificante tra i singoli bevitori che, pur avendo personalità diverse, riescono generalmente ad armonizzare tra di loro, a scambiarsi formule semplici per la risoluzione dei problemi del mondo, a darsi pacche sulle spalle, ad abbracciarsi e ad avere atteggiamenti di intima amicizia. In genere il gregario non soffre di particolari frustrazioni o conflitti in quanto delega al gruppo i suoi sentimenti repressi e i suoi problemi. In questa categoria di bevitori rientrano coloro che bevono per identificarsi in un modello culturale, per esempio gli artisti o gli studenti del campus universitario. Sovente il modo di bere del singolo si adatta a quella del gruppo, tanto che l'uscita da questo può portare anche a una riduzione dell'abuso di alcol; perciò l'appartenente a questa tipologia dovrebbe essere colui che ha la prognosi più favorevole nei confronti del bere.

    Bevitore autistico
    Corrisponde al clochard, al mendicante-assistito, al barbone per vocazione, all'artista introverso e chiuso al mondo. Sono in genere persone emarginate dalla società o per rifiuto o per costrizione, ma che non sono necessariamente "fuorilegge". Vivono grazie all'assistenza o a un'attività minima che consente loro di sopravvivere. L'alcol potrebbe essere il mezzo di consolazione per la situazione vissuta, oppure potrebbe essere stato la causa di questo tipo di vita. Talvolta questo tipo di bevitore vive momenti di grande generosità, di acquisti insensati e di tentativi di mutamento radicale della sua vita. L'alcolismo autistico può anche rappresentare il punto di arrivo di altre forme di alcolismo, soprattutto quando il soggetto subisce un'emarginazione violenta durante il suo percorso di etilista. Questo fa sì che l'appartenente a questa tipologia sia difficile da curare e da disintossicare.

    Bevitore solipsistico
    Corrisponde al professionista che si chiude nello studio e passa buona parte del tempo a bere, soprattutto superalcolici. Questo tipo di bevitore sfoga nell'alcol le tensioni della vita quotidiana, la sua paura di non farcela e di non essere all'altezza.. La società o, a suo tempo, la famiglia contribuiscono a creare la paura di non essere all'altezza, di non essere capace di soddisfare il suo compito e a creare, quindi, una situazione di grande conflitto. Il soggetto spesso diventa alcolista non quando si impegna per soddisfare la sua immagine, ma piuttosto quando si accorge che questa era coatta. Può essere definito un alcolismo da successo, e si può manifestare in tutte le classi sociali quando il punto d'arrivo non è in sintonia con i reali investimenti personali. L'alcolista solipsistico nega la sua dipendenza, la nasconde, se ne vergogna e la giustifica.

    Bevitore regressivo
    E' colui che beve periodicamente, intervallando mesi di eccessi a mesi di bevute normali. E' un soggetto che cerca di controllarsi, ma in situazioni a rischio, come in compagnia, a un ricevimento o quando la scelta delle bevande è ampia, difficilmente riesce a mantenere i buoni propositi Il soggetto insomma è consapevole del problema e pur essendo in grado di autocontrollarsi, si lascia coinvolgere facilmente in situazioni di tipo disinibitorio e di eccesso. La ricaduta lo riempie di vergogna, d'impotenza, ma anche di aggressività.

    Bevitore reattivo
    Incontra l'alcol in conseguenza di una situazione dolorosa, come un lutto, e il tutto assume il carattere di una crisi. Non essendo in grado di reagire diversamente, beve e questo accentua la disperazione che ha scatenato la situazione. La battaglia contro l'alcol diventa particolarmente fallimentare e destinata a cocenti sconfitte., perché l'alcol diviene il mezzo per sopportare, per lenire le paure e il dolore, diventando così un sostituto affettivo gratificante e soddisfacente. Anche la casalinga frustrata e insoddisfatta del suo ruolo corrisponde a questa tipologia di bevitore, perché l'alcol diventa il mezzo compensatorio della situazione a cui non riesce a ribellarsi e diviene una forma di aggressione nei confronti dell'uomo che la fa sentire una donna-oggetto.

    Bevitore pulsionale
    E' colui che, pur bevendo in modo eccessivo se sollecitato emotivamente, pur ricorrendo all'alcol per eludere l'ansia e i conflitti, è consapevole della sua dipendenza, ma cerca l'alcol volontariamente, perché questo assume il significato di sedativo e diventa una fonte di piacere. Anche se è consapevole dei danni che si procura, preferisce bere per affrontare situazioni di tensione o di noia quotidiana. La pulsione di bere è intimamente accettata e lo smettere viene vissuto come un tremendo dispiacere e un progetto sempre futuro. Questa dipendenza ricorda molto quella del fumatore che considera il fumo come una parte del suo vivere normale.

    FONTE:
    www.benessere.com
     
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  6. guido reali
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    per fortuna son "quasi" astemio...
    bevo solo un goccio di vino (bianco) quando mangio
    pesce...carciofi...o funghi....

    una bottiglia di vino a casa mia può durare settimane...
    neppure mia moglie beve....
     
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5 replies since 31/1/2011, 10:15   269 views
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