Pregiudizi e religione: atei vs. credenti

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    Tirata in ballo anche io, rispondo.
    Non mi piace parlare di fede religiosa, perché, a mio parere, la fede è un qualcosa di personale, di intimo e di profondo con se stessi. E' una cosa personale, non c'è poi tanto da dire. E' una scelta che ogni persona fa: si decide di affrontare questo percorso e si decide di non farlo. Cosa cambia? Nulla, se non, ripeto, a livello personale.
    Io mi sento bene, mi sento sempre accompagnata nel mio cammino di ogni giorno, sapendo che c'è Lui che mi guarda e mi sorregge. Mia sorella è atea convinta, alcuni miei amici anche e anche qui, vedi Cigno e altre, ma non abbiamo mai discusso. Io risptto le loro idee, loro rispettano le mie. Non ho mai cercato di convincere nessuno nè mi dispiace che loro non credano. Sono scelte personali, ragazzi, io non capisco il motivo per cui tutto questo.
    Arabya i tuoi post, scusami, ma non li capisco, sono molto esagerati.
    Secondo me non dovrebbe esserci alcuna categoria: perché etichettare atei e credenti? Siamo tutte persone, diverse, c'è chi crede e chi no, ma nessuno è inferiore o superiore.
     
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  2. gaiacris
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    Secondo me non dovrebbe esserci alcuna categoria: perché etichettare atei e credenti? Siamo tutte persone, diverse, c'è chi crede e chi no, ma nessuno è inferiore o superiore.

    sono perfettamente daccordo con questa affermazione, pur essendo credente e sentendo spesso che ci sta qualcuno o qualcuna che mi aiuta e che mi sta vicino quindi credente.
     
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  3. (elettrica)
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    Pur essendo persona molto credente, non reggo chi cerca di indottrinare gli altri, sentendosi detentore della verità assoluta, a qualsiasi fede o non fede appartenga. Posso dialogare di credo con un ateo in tutta serenità, come vi posso dialogare con un credente di altre religioni, purché il mio interlocutore non voglia cercare di convincermi che il suo pensiero è migliore del mio. Ci si può confrontare sulle rispettive idee, ma nessuno dovrebbe avere la presunzione di ergersi giudice di quelle degli altri.
    Spesso mi sono trovata più in difficoltà nel dialogare con credenti così abbarbicati alla propria religione (non a caso parlo di religione anziché di fede) da non riuscire neppure a prendere in considerazione il punto di vista altrui. Così come mi è capitato di essere giudicata e di vedermi il dito puntato contro, perché secondo certi credenti è sbagliato che io voglia convivere e non sposarmi, è sbagliato che io non voglia avere figli, ecc.
    Peraltro sono convinta che se la Chiesa cattolica imparasse ad avere elasticità mentale avrebbe molti più riscontri, e non perderebbe fedeli come un colabrodo.
    Tornando in topic, ho numerosi amici atei (compresa mia sorella) e non ho mai avuto nessun problema a dialogare con loro.
    C'è una cosa che ho notato in moltissime persone: la propensione a dichiararsi atei o credenti giusto per partito preso, per spirito di contraddizione, perché "Mi hanno insegnato così". Come spesso accade anche in politica. Io credo che, a prescindere dalla scelta che uno compie, ci vorrebbe un po' più di conoscenza, informazione e consapevolezza dietro tale scelta.
     
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  4. CignoNero75
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    C'è una cosa che ho notato in moltissime persone: la propensione a dichiararsi atei o credenti giusto per partito preso, per spirito di contraddizione, perché "Mi hanno insegnato così". Come spesso accade anche in politica. Io credo che, a prescindere dalla scelta che uno compie, ci vorrebbe un po' più di conoscenza, informazione e consapevolezza dietro tale scelta.

    Ecco, così posso prendere spunto: mia madre è la classica credente bigotta, quella della peggior specie che bacia ed onora la madonnina, che se le dici che la statuetta della Madonna piange sangue perché due cretini hanno trovato il modo di fregare i creduloni (è successo anni fa a Bologna e vorrei sottolineare che sto parlando di questo caso in quanto a creduloni) ti abbaia addosso. Mio padre era un comunista, come mio nonno. Entrambi però non li ho mai sentiti bestemmiare una singola volta, mio padre insieme a mia madre ha voluto che io fossi battezzata e che facessi comunione e cresima, dopo la cresima (cavolo, qualcosa di buono l'hanno fatta pure loro) hanno lasciato che fossi io a scegliere se continuare o meno. Mio nonno non è MAI entrato in chiesta una singola volta, nemmeno per la mia comunione, la mia cresima ed il matrimonio di mio zio, fratello di mio padre. Inizialmente, in ospedale con un tumore che lo stava distruggendo, rifiutò anche la presenza del prete, solo gli ultimi giorni ebbe forse un pentimento in merito, ma non lo richiese mai.
    Io ho fatto una scelta dettata dal non credere nell'esistenza di qualcosa di superiore, dettata dal fatto che trovo la religione la più grande separazione umana mai inventata ed un modo per manovrare e manipolare le persone, dettata dal fatto che non ho trovato alcun amore negli esempi di religione che ho avuto. Insomma, ho visto tanto un predicar bene e razzolare altrettanto male, un po' come chi qui mi parla di fede ed illuminazione e poi non è nemmeno in grado di capire il concetto di quello che scrivo, nonostante mi risulti essere piuttosto chiaro, con l'aggiunta di dare l'impressione di sentirsi tanto migliore di me e parlare di paletti che vedo solo dall'altra parte.
    In seguito ho avuto un unico esempio religioso che ho apprezzato e fu l'insegnante di religione alle medie: io alle sue lezioni stavo attenta perché non c'era un indottrinamento e non c'era imposizione, oltre al fatto che a distanza di anni, questo fino a circa 10 anni fa, quando ancora aveva un mio recapito, ha sempre chiamato tutti i suoi alunni ed ex alunni per fare loro gli auguri di compleanno, ricordandosi filo e per segno tutto di loro.
    In più io la sofferenza l'ho vissuta e mai, lungi da me, ho pensato di dover pregare, ma anche di dare contro ad un Dio infame perché per me Dio non esiste e che esistano i credenti o meno mi tange solo nel momento in cui questi vengono a cercare di convertirmi, operano censura (sì, perché ho visto anche questo dalle mie parti ed io ero in prima fila a dar battaglia) e si ergono a giudici o a persone migliori solo perché credenti. Ah, e prima che Arabia distorca le mie parole: io sono in prima fila a dar battaglia anche verso chi bestemmia, credente o meno, perché lo trovo irrispettoso verso chi crede. Quindi, abbi pazienza, ma hai imboccato la strada sbagliata con la sottoscritta.
    Il Cuore, l'Anima e l'Amore non sono prerogativa dei credenti, sono prerogativa di chi ce l'ha e di chi, nonostante la sofferenza subita riesce ancora a guardare il prossimo con l'intento di non fargli passare ciò che ha vissuto.
     
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  5. birrdie
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    Ti assicuro che non è facile dichiararsi atei, almeno per me non lo è stato.
    C'è un percorso a volte lungo e a volte anche difficile per capire certe cose dentro di noi stessi
    E ci vuole il coraggio di ammetterlo nel profondo di noi, specialmente se l'idea del inferno ci è statè ben piantata nella testa.

    Sono tanti atei o agnostici che non si dichiarano, adesso noi viviamo in una società relativamente libera, ma ti assicuro che non è così dappertutto, il privilegio di dichiararsi atei ce lo hanno pochi nel mondo. Nei paesi arabi c'è la pena di morte.
    Pure negli Stati Uniti dichiararsi atei significa spesso non trovare un lavoro figuriamoci uno scienziato o un politico che si dichiara tale. Per questo motivo molti omettono la verità.

    Tante persone ancora sono legate solo al concetto della "fede nelle fede" e nei rituali mentre dentro di loro sanno benissimo che non credono in dio.

    Edited by birrdie - 26/3/2013, 11:15
     
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  6. CignoNero75
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    Spesso e volentieri ti si dice che in Italia la religione cattolica è tradizione e cultura, già questo ti fa capire che non viene vista come scelta. Eppure un orientamento politico è una scelta, perché non viene ritenuto tale anche un orientamento religioso o il non averlo?
     
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  7. gaiacris
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    sono in accordo con chi dice che è difficile dichiararsi atei in un paese come l'italia, che ha addirittura uno stato Vaticano al suo interno.
    sono daccordo pure con chi ha detto che se la chiesa cattolica avesse meno "chiusura mentale" avrebbe molti più fedelie e sarebbe secondo me, anche più rispettosa del vero messaggio di Cristo, che a mio parere, non è affatto quello di discriminare chi si ama perchè Gay o Lesbo, o perchè crede che invece di sposarsi sarebbe meglio convivere, anzi Lui secondo me vuole l'amore, ma l'Amore vero, che per me non è vincolato affatto da regole tanto rigide quanto antiquate.

    cigno hai ragione
    CITAZIONE
    un orientamento politico è una scelta, perché non viene ritenuto tale anche un orientamento religioso o il non averlo?

    ed è una domanda che mi pongo spesso anche io.
    se tutti imparassimo ad avere rispetto vero per l'altro secondo me non ci sarebbero tutte ste difficoltà, ma anche un pò di coraggio forse...

    è una domanda molto difficile la tua alla quale una risposta non so dare
     
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  8. CignoNero75
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    CITAZIONE
    è una domanda molto difficile la tua alla quale una risposta non so dare

    Io sì invece: perché in realtà non dovrebbe esserci scelta se non quella cattolica, quindi mettertela come tradizione culturale in qualche modo te la fa infilare subdolamente sottopelle portandoti a fatica a staccartene ed a scontrarti con chi pensa che sia scontato essere cattolici (non dico nemmeno credenti, ma parlo proprio di un'unica religione e identifico bene quale) i questo paese. Se non lo sei, sei un reietto o pure sei quello che sceglie di non credere perché vuoi far tendenza o il bastian contrario ("gli atei esistono perché ci sono i credenti o perché non esiste Dio"?).
     
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    CITAZIONE (CignoNero75 @ 26/3/2013, 09:54) 
    Spesso e volentieri ti si dice che in Italia la religione cattolica è tradizione e cultura, già questo ti fa capire che non viene vista come scelta. Eppure un orientamento politico è una scelta, perché non viene ritenuto tale anche un orientamento religioso o il non averlo?

    Se condo me è una scelta anche quella, ma dei genitori, almeno inizialmente.

    Si dice che è "cultura e tradizione" forse perché storicamente quella religione dovrebbe far parte dell'educazione che i genitori credenti danno ai figli, almeno finché non sono grandi abbastanza per scegliere di testa propria.

    E questa cosa parte dal battesimo nel quale i genitori recitano una formula ben precisa in cui si impegnano ad educarli in quel modo.

    Ed un tempo i genitori credenti erano la stragrande maggioranza, adesso le cose sono cambiate.
     
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  10. CignoNero75
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    Eeeeh, io l'ho sentito spesso dire nel momento in cui parlo del togliere il crocefisso (c'è una discussione in sezione, la rialziamo). Una delle prime argomentazioni sono proprio la tradizione e la cultura.

    CITAZIONE
    Ed un tempo i genitori credenti erano la stragrande maggioranza, adesso le cose sono cambiate.

    Quindi, possiamo ancora parlare di una religione che identifica la cultura italiana?
     
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  11. skanda87
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    CITAZIONE (CignoNero75 @ 26/3/2013, 15:07) 
    Quindi, possiamo ancora parlare di una religione che identifica la cultura italiana?

    Beh ragazzi, direi che qui è stato detto tantissimo, per cui evito di ripetere cose dette e ridette. Però è bella questa frase che ho quotato. Benedetto Croce diceva: "è impossibile non considerarci cristiani" (culturalmente parlando).
     
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  12. Lizy.Luminos
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    CITAZIONE (CignoNero75 @ 26/3/2013, 15:07) 
    CITAZIONE
    Ed un tempo i genitori credenti erano la stragrande maggioranza, adesso le cose sono cambiate.

    Quindi, possiamo ancora parlare di una religione che identifica la cultura italiana?

    Secondo me no. Vuoi per i flussi migratori, vuoi perché esiste anche una "globalizzazione" di tipo religioso (ho sentito dire da alcuni colleghi che si volevano dare a Scientology), vuoi perché la percentuale di credenti è in netta discesa. Cultura è tutto quello che è costume, etica, valore sociale, storia. Se mi si dice che la religione (badi bene non sto parlando di fede) è cultura artistica, qualcosa che fa parte della tradizione allora va bene (che poi le tradizioni si può mantenerle o meno quella è un'altra questione spinosa), ma non ha senso esprimere la cultura con i simboli, tra l'altro abbiamo già le Chiese in Italia che raccontano la tradizione cattolica, c'è bisogno d'altro?
    Comunque credo che la questione non si risolverà mai (almeno fin quando il Vaticano non deciderà di riportare la sede papale in Francia XD)
     
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  13. Arabiastyle
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    Cosi'come sono arrivata, ho deciso di lasciare questo forum e per correttezza ne faccio segnalazione.

    Mi limito ad osservare che, personalmente, ritengo che la gestione di alcune discussioni alle quali ho partecipato sia poco professionale. Il fondatore - utente che si ripete in lunghi e verbosi post contenenti continui e ossessivi riferimenti all'utente - utente e giudizi trancianti e lesivi verso quest'ultimo, responsabile esclusivamente di essersi permessa di analizzare dal pdv dell'efficacia comunicativa un post del fondatore - utente. Questo genere di approcci nei confronti dell'utente confrontato con la mia personale esperienza di vita, di lavoro e di relazioni sociali, non mi appartiene e mi ispira un sentimento assolutamente personale, di 'monopolizzazione' e prevaricazione.

    Sensazione, mi spiace ripetermi, squisitamente personale e per me sgradevole. Scrivo questo dopo essermi confrontata con altri lettori che gentilmente mi hanno offerto la loro interpretazione dell'accaduto confutando le mie perplessita'.

    Non ho quindi interesse ne' piacere di dedicare ulteriore tempo in un contesto di tale spessore, dopo pochi giorni dall'ingresso in questo forum, dove peraltro sono stata invitata.

    Auguro a tutti un sereno proseguimento

    Arabiastyle
     
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  14. CignoNero75
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    Immagino che affrontare una discussione con più persone, fra queste anche credenti, che non la pensano come te sia cosa davvero ardua, eh?
    Buon proseguimento del tuo cammino.
     
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  15. Arabiastyle
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    Non e'questione di difficolta', e'proprio che non ne vale la pena, di interagire con persone maleducate.
    Personalmente preferisco le circostanze win win, costruttive e arricchenti.
    Oltretutto lavoro in un contesto diplomatico e internazionale, dove di opinioni svariate ne passano in quantita'.
     
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118 replies since 25/3/2013, 09:52   1815 views
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