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Io sono d'accordo con Aztek, in tutto e per tutto. Da ateo, dico che mi piacerebbe molto vedere qualche simbolo religioso in più nei luoghi pubblici invece che sempre e soltanto il crocifisso.
Innanzitutto chiariamo questa storia dello Stato laico.
CITAZIONE Stato laico = niente simboli religiosi nei luoghi pubblici. Non è così. Nella Costituzione questo non sta scritto da nessuna parte e non fa neanche parte della definizione di laicità. Altrimenti non ci sarebbe nemmeno il dibattito, no? Come ha detto Aztek la Costituzione lascia molto spazio all'interpretazione, ne consegue che per alcuni laicità vuol dire niente simboli religiosi nei luoghi pubblici, mentre per altri non è così. Sono opinioni, ma non c'è nessuna verità assoluta al riguardo. Perciò, piuttosto che cercare di imporre la propria interpretazione a quella degli altri, avrebbe molto più senso trarre beneficio da questo "vuoto di potere" e trattare l'argomento a livello locale. E' vero che in Italia ci sono molte minoranze religiose, ma questo non significa che, ad esempio, in OGNI scuola del territorio italiano ci siano tot. cristiani, tot. atei, tot. musulmani e via discorrendo. Nella mia scuola, ad esempio, i musulmani si contavano sulle dita di una mano. Tutti gli altri erano cattolici o pseudo-cattolici, oppure atei ma timidi dal punto di vista intellettuale. Conseguenze? I crocifissi c'erano in ogni aula ed a nessuno importava una beneamata mazza. Il mio compagno di classe musulmano se n'è accorto soltanto a Maggio che avevamo un crocifisso sopra la lavagna, a me non dava alcun fastidio e gli altri non ci pensavano proprio. Se al contrario nella mia classe ci fossero stati molti musulmani desiderosi di avere un simbolismo rappresentativo nella loro aula, io sarei stato il primo ad adoperarmi ed a stampare una falce di luna da appiccicare vicino al crocifisso. Penso che sia un modo molto più costruttivo, tollerante e democratico di affrontare il problema, piuttosto che un "crocifisso, non-crocifisso", come se queste due fossero le uniche strade percorribili. Lo Stato NON lo vieta, su questo non ci piove. C'è libertà di pensiero, libertà di religione e di espressione, purché ciò non interferisca con la libertà dei singoli individui e dello Stato come apparato legislativo-esecutivo-giudiziario. So che "simbolo religioso in luogo pubblico" può essere interpretato come "limitazione della libertà individuale e statale", però cerchiamo di essere ragionevoli: davvero? E non sto parlando di fastidio, perché a me danno fastidio le persone che fumano, mi danno fastidio le mamme che fanno piangere i bambini, le persone ignoranti e tante altre cose, ma non posso appellarmi alla Costituzione per questo. I fumatori in ogni caso non limitano la mia libertà di pensiero, così come non lo fanno uno o più simboli religiosi nel luogo in cui studio. Che poi facile fare riferimento sempre alle scuole, dove tutti sono troppo impegnati a non farsi bocciare per badare a discorsi del genere. Che si provi a farlo negli ospedali un simile ragionamento, dove c'è gente che sta morendo ed il cui unico conforto è rappresentato dalla propria fede religiosa.
Concludo dicendo che, visto che non esiste una legge chiara e precisa al riguardo, che ognuno se la veda con i luoghi pubblici da esso frequentati. Il fastidio deve essere giustificato, democrazia non è sinonimo di anarchia. Una ragazza in minigonna in Chiesa non ce la voglio non per un generico "mi da fastidio" e neanche perché vieta qualche astruso precetto della Bibbia. Non ce la voglio perché... dai, c'è bisogno di dirlo? Il crocifisso nella mia camera d'ospedale non impedisce alle mie ferite di guarire, ed anzi è di conforto a qualcuno sdraiato su un altro lettino. Se poi si conviene sul fatto che quell'ospedale in particolare è frequentato esclusivamente dagli atei più intolleranti e mentalmente chiusi d'Italia bene, che si faccia richiesta di toglierlo, il crocifisso.
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