Pregiudizi e religione: atei vs. credenti

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    Io non sopporto gli estremismi in generale, nello specifico sia quelli dei fondamentalisti religiosi sia quelli degli anti-clericali spinti.

    Non vedo una sola ragione al mondo per cui qualcuno debba fare "proselitismo" verso gli altri, in un senso o nell'altro cioè di una cosa in cui crede o non crede, non vedo perché uno debba guardare gli altri dall'alto in basso o debba prendersi gioco di quello in cui crede qualcun altro, non vedo perché a qualcuno debba mancare qualcosa se non è credente così come non vedo perché un credente debba essere per forza considerato un bigotto.

    Queste stupidaggini mi danno un fastidio enorme perché sono forme nascoste di violenza e di razzismo, niente di più e niente di meno. Sputare veleno sugli altri è tanto facile quanto da ignoranti. Vivi e lascia vivere è un detto che non è mai sufficientemente ben recepito dalla gente.

    Io penso che l'unico modo corretto per testimoniare un credo, religioso o meno, presso gli altri sia col proprio modo di essere e vivere, con l'esempio, come scritto in una delle storielle banali che ho postato in un altro topic. Non serve nient'altro, a volte non serve nemmeno dire una parola.
    Gli ammonimenti/minacce (siete tutti peccatori! pentitevi! andrete all'inferno!), le ramanzine non richieste, i campanelli suonati e le porte bussate, i tentativi di impietosire, ecc. ottengono nel 99% dei casi l'effetto opposto perché visti, volente o nolente, come imposizione.

    Mi aspetterei inoltre che non si generalizzi troppo, perché per una persona che fa il superiore o che giudica ce n'è almeno un'altra che al contrario è umile, non rompe le scatole agli altri e si dà da fare concretamente per dare una mano a chi ne ha bisogno, credente o meno non importa. Troppo comodo avere un esempio negativo e generalizzarlo estendendolo a tutti, ma immagino che a volte faccia comodo farlo per "sbrigare la pratica" per sempre.

    Per quanto mi riguarda in passato, soprattutto quando ero ragazzo ma anche solo fino a qualche anno fa finché studiavo, ho collaborato con gente della mia parrocchia in varie iniziative di volontariato. L'ho fatto volentierissimo perché è gente che conosco, gente per bene che si sbatte sul serio per fare qualcosa che sia d'aiuto a chi ne ha bisogno. Non mi sono mai sentito additato per qualcosa, mai avuto l'impressione di essere di troppo, mai sentito giudicato o deriso, mai.

    Li ho aiutati volentieri e lo rifarei ancora se potessi senza nessun problema, perché se anche possiamo pensarla diversamente su alcune cose della vita io li rispetto e loro rispettano me, ci stringiamo la mano, ci sorridiamo e ci diamo pacche sulel spalle a vincenda sia quando ci incontriamo e quando ci lasciamo.

    A volte la vita è semplice e siamo noi che la complichiamo per niente.
     
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  2. birrdie
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    Io penso che un dialogo e un confronto tra un credente e un non-credente è difficile se non quasi impossibile e i pregiudizi da tutte e due parti sono inevitabili.
    Ogni credente "vigoroso" è convinto che un ateo non riesce a vedere l'invisibile e gli manca "un dono" per cui si sentirà in qualche maniera scelto e in dovere di convincerlo (già in sè le grandi religioni monoteistiche impongono l'idea di dover spargere la cosidetta buona notizia e cercare di salvare i non credenti che secondo loro prediche brucieranno nel eterno fuoco).
    Dall'altra parte ogni ateo (o agnostico) guarderà un credente con un misto di incredulità e di sdegno come si guarda un bambino che ci parla delle fate e dei draghi.

    Lo stato dovrebbe impegnarsi a mantenere la sua laicità e non favorire nessuna religione.
    Ma è impossibile, la maggioranza vorrà sempre imporrsi sugli altri.
     
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  3. CignoNero75
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    CITAZIONE
    Dall'altra parte ogni ateo (o agnostico) guarderà un credente con un misto di incredulità e di sdegno come si guarda un bambino che ci parla delle fate e dei draghi.

    Personalmente no. Come ho già detto non mi interessa in cosa credi (tu impersonale), sono affari tuoi, questo fino a quando non tenti di indottrinarmi.
    Questo discorso del dono era già venuto fuori con Faith tempo fa, se non ricordo male, e le risposi alla stessa maniera. Lizy ad esempio, da credente, la pensa in maniera diversa. C'è una una coppia di signori che sono diventati i miei "nonni adottivi", tra l'altro conosciuti proprio tramite i forum. Loro sono credenti e praticanti ed una delle cose che mi ha detto lui è stata proprio che credente o meno la fede non sta in un Dio, ma dentro di noi.
    Rispetto tantissimo il concetto di fede, ma non legata alla religione (e lo ripeto, secondo me non vanno di pari passo anche perché tanti credenti in realtà non hanno proprio fede).
    Ah, e per tagliare la testa al toro sui paletti che secondo Arabia io avrei messo, racconto un altro episodio che tra l'altro stava già sul forum: anni fa vivevo a Rovigo, una volta, uscendo dalla stazione, io ed il mio compagno sentimmo un coro gospel. Io adoro il gospel, quindi lo seguimmo. Poco di fronte c'era questo buchetto di stanza, in fondo un leggìo, tante sedie, tutto spoglio senza niente, un crocifisso. Era un gruppo di africani che si erano ritrovati lì a pregare e cantare, vestiti di colori diversi. Alcuni erano "tirati a lucido", altri praticamente in ciabatte. Noi rimanemmo fuori per non disturbare, un paio di loro ci videro e con un sorriso ci chiesero di entrare. Abbiamo varcato la soglia e siamo stati lì per un po' ad osservarli, finito il loro momento di preghiera alcuni sono usciti con noi a parlare (per quel che riuscivamo a capire). Non c'è stato alcun tentativo di indottrinamento nei nostri confronti e noi non li osservavamo come fenomeni da baraccone ma, piuttosto, scaldati da quel modo di pregare e di ritrovarsi, ben diverso da quello che noi conosciamo.
    Ciò non cambia che non credo in Dio (l'ateismo non esiste per dare addosso ai credenti, e questa frase provocatoria, Arabia, già ti pone in posizione di chiusura nei confronti di chi non crede, nel caso non te ne fossi accorta), non ci ho mai creduto e che nel momento di maggiore sofferenza ho fatto sempre conto sulle mie forze. Se poi parliamo di religione, ancor meno sono propensa ad abbracciarne qualcuna. Sarò fastidiosa, ma sono coerente con le mie scelte e di certo non abbraccio una religione che fa propaganda contro l'uso di preservativi dove la gente muore o che condanna un amore perché non è in linea con quanto questa preveda.
     
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  4. lavire
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    A me in generale non piacciono i dogmi.
    Nessuno può dirmi che una cosa è così perchè è così e basta, nè m'interessa appartenere a categorie per omologrami a qualcuno/qualcosa.
    Posso essere una persona spirituale ma non necessariamente uniformarmi alle leggi che l'uomo ha creato cercando di attribuirle ad un'entità superiore.

    A volte noto come la gente si senta rassicurata dal fatto di sentirsi "parte di qualcosa", di un gruppo che dia regole e che le segua senza pensare se siano giuste o sbagliate.

    L'altra sera mi sono ritrovata a parlare con una donna molto religiosa ed osservante.
    Io ammiro il suo modo di amare il genere umano indistintamente, però mi stride un po' il suo voler ricondurre tutto ad un progetto, unico ed universale.
    Ad un certo punto la conversazione vira sulla mia separazione e lei mi dice che prega perchè io ed il mio ex si torni insieme. :confuso6.gif:

    Io le rispondo: No, grazie, non mi vuoi bene in questo modo, la dignità è qualcosa che, se calpestata, può distruggere un individuo.
    Lei ribadisce che la dignità deve essere messa sotto i piedi perchè Gesù si è fatto piccolo per noi ed ha calpestato la sua per salvarci, mentre avrebbe potuto distruggerci.
    Ho provato a convincerla che amore e rispetto sono legate indissolubilmente ma non ne sono venuta fuori ugualmente.
    Era un discorso fra un sordo e un muto e la differenza sostanziale è stata che, mentre io rispettavo il suo credo e non volevo convincerla di nulla, lei ha tentato di convertirmi e di far passare le sue idee per assolute
     
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  5. CignoNero75
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    CITAZIONE
    Ho provato a convincerla che amore e rispetto sono legate indissolubilmente ma non ne sono venuta fuori ugualmente.

    CITAZIONE
    Era un discorso fra un sordo e un muto e la differenza sostanziale è stata che, mentre io rispettavo il suo credo e non volevo convincerla di nulla,

    A dire il vero tu hai cercato di convincerla in qualcosa, mi pare. Che tu non stessi cercando di convertirla è un conto, ma le due frasi quotate si contraddicono a vicenda. Per il suo credo (o il suo modo di credere) il tuo concetto di rispetto e dignità legate all'amore sono cose diverse.

    Per il resto mi ritrovo molto in quanto dici in questo passo:

    CITAZIONE
    A me in generale non piacciono i dogmi.
    Nessuno può dirmi che una cosa è così perchè è così e basta, nè m'interessa appartenere a categorie per omologrami a qualcuno/qualcosa.
    Posso essere una persona spirituale ma non necessariamente uniformarmi alle leggi che l'uomo ha creato cercando di attribuirle ad un'entità superiore.
     
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  6. lavire
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    Sì, ottima osservazione, magari il concetto di dignità legata all'amore può essere diverso, ma il concetto di rispetto è universalmente valido. Chi ama rispetta l'altro.
    Forse il suo discorso si concentrava sul fatto che se non vieni rispettato devi amare ugualmente.
     
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  7. CignoNero75
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    CITAZIONE
    Forse il suo discorso si concentrava sul fatto che se non vieni rispettato devi amare ugualmente.

    Non sono nella mente di un credente che ti dice ciò
    CITAZIONE
    Lei ribadisce che la dignità deve essere messa sotto i piedi perchè Gesù si è fatto piccolo per noi ed ha calpestato la sua per salvarci, mentre avrebbe potuto distruggerci.

    ma penso che il concetto fosse quello, quindi fondamentalmente comunicavate per modi di intendere l'amore molto diversi.
     
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  8. Arabiastyle
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    QUOTE (CignoNero75 @ 25/3/2013, 16:01) 
    QUOTE
    Dall'altra parte ogni ateo (o agnostico) guarderà un credente con un misto di incredulità e di sdegno come si guarda un bambino che ci parla delle fate e dei draghi.

    Personalmente no. Come ho già detto non mi interessa in cosa credi (tu impersonale), sono affari tuoi, questo fino a quando non tenti di indottrinarmi.
    Questo discorso del dono era già venuto fuori con Faith tempo fa, se non ricordo male, e le risposi alla stessa maniera. Lizy ad esempio, da credente, la pensa in maniera diversa. C'è una una coppia di signori che sono diventati i miei "nonni adottivi", tra l'altro conosciuti proprio tramite i forum. Loro sono credenti e praticanti ed una delle cose che mi ha detto lui è stata proprio che credente o meno la fede non sta in un Dio, ma dentro di noi.
    Rispetto tantissimo il concetto di fede, ma non legata alla religione (e lo ripeto, secondo me non vanno di pari passo anche perché tanti credenti in realtà non hanno proprio fede).
    Ah, e per tagliare la testa al toro sui paletti che secondo Arabia io avrei messo, racconto un altro episodio che tra l'altro stava già sul forum: anni fa vivevo a Rovigo, una volta, uscendo dalla stazione, io ed il mio compagno sentimmo un coro gospel. Io adoro il gospel, quindi lo seguimmo. Poco di fronte c'era questo buchetto di stanza, in fondo un leggìo, tante sedie, tutto spoglio senza niente, un crocifisso. Era un gruppo di africani che si erano ritrovati lì a pregare e cantare, vestiti di colori diversi. Alcuni erano "tirati a lucido", altri praticamente in ciabatte. Noi rimanemmo fuori per non disturbare, un paio di loro ci videro e con un sorriso ci chiesero di entrare. Abbiamo varcato la soglia e siamo stati lì per un po' ad osservarli, finito il loro momento di preghiera alcuni sono usciti con noi a parlare (per quel che riuscivamo a capire). Non c'è stato alcun tentativo di indottrinamento nei nostri confronti e noi non li osservavamo come fenomeni da baraccone ma, piuttosto, scaldati da quel modo di pregare e di ritrovarsi, ben diverso da quello che noi conosciamo.
    Ciò non cambia che non credo in Dio (l'ateismo non esiste per dare addosso ai credenti, e questa frase provocatoria, Arabia, già ti pone in posizione di chiusura nei confronti di chi non crede, nel caso non te ne fossi accorta), non ci ho mai creduto e che nel momento di maggiore sofferenza ho fatto sempre conto sulle mie forze. Se poi parliamo di religione, ancor meno sono propensa ad abbracciarne qualcuna. Sarò fastidiosa, ma sono coerente con le mie scelte e di certo non abbraccio una religione che fa propaganda contro l'uso di preservativi dove la gente muore o che condanna un amore perché non è in linea con quanto questa preveda.

    a) i paletti erano riferiti al linguaggio del tuo post, non alla tua persona. Un linguaggio che mi e'sembrato semplicemente poco assertivo, finalizzato a marcare le differenze tra io, io e io....vale a dire un interlocutore chiuso dentro la sua fortezza, e gli altri indefiniti, che facciano quello che vogliono...tutto qui.

    b) vedo che ritorni ossessivamente a distanza di tempo su quel commento, con ampliamento di dettagli. Vedo nel tuo post puntare ripetutamente il dito verso di me, oltretutto senza nemmeno citare con correttezza il testo.
    La mia domanda era precisa. Non avevo intenzione provocatoria, ma tant'e' in filosofia si procede ponendosi quesiti anche provocatori per alimentare la discussione.
     
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  9. skanda87
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    CITAZIONE (Arabiastyle @ 25/3/2013, 12:32) 
    Personalemente non ho pregiudizi contro i credenti autentici, anche quelli in itinere, o in non credenti, pero' noto che questi ultimi, almeno per quel poco che ho potuto leggere, sembrano manifestarsi solo in quanto opposti ai credenti. Mi spiego meglio; un credente puo' descrivere la propria esperienza di fede senza appellarsi per contraltare ai non credenti, (pensate ad esempio ai musulmani, per i quali il concetto di 'ateo o non credente' e' quasi sconosciuto), mentre per gli atei sembra quasi necessario doversi confrontare continuamente con i propri opposti, per dare un senso alla loro posizione...

    I non credenti esistono solo perche' esistono i credenti o perche' non esiste Dio?

    Io rimango scioccata leggendo la frase in neretto. Dove stanno tutti sti "atei che si rifanno ai credenti per dare un senso alla loro posizione"? Io non ne conosco nemmeno mezzo, tutti i non credenti sono persone che hanno scelto liberamente di non credere, per motivi vari (c'è chi non ammette l'esistenza di Dio, c'è chi non ha mai creduto e appena possibile si è sbattezzato, c'è chi invece dice "la Chiesa è corrotta e quindi non credo in nulla"... di motivazioni, negli anni, me ne sono state date tante). Tutta questa foga e tutto questo astio io non li vedo. Anzi, ti dirò di più: sono proprio i credenti a tacciare gli atei di bigottismo, ignoranza e di cecità mentale, visto che non aprono il loro cuore al Signore (?).
    Spesso, credere è semplicemente un fatto culturale. E' così dalla notte dei tempi.

    PS: in questo forum non ho mai visto nessun paletto nelle discussioni che riguardassero la spiritualità e la religione, stai ben sicura.
     
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  10. CignoNero75
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    Arabia, strano perché non ho usato un linguaggio diverso dal mio solito e gli altri possono proprio confermarlo questo, e dire che mi leggevi anche altrove. O oltre che sulla mia scelta di non religione vuoi provare ad indottrinarmi su altro? Perché se così è, direi che posso lasciare agli altri il piacere, se lo ritengono tale, di continuare questa discussione.
    Ci terrei solo a farti notare che siamo sei Admin e che ben quattro di noi sono credenti, ma mai con loro mi sono trovata un muro davanti come quello che trovo ora con te. Di questo ti ringrazio perché, francamente, mi sembri un esempio lampante di estremismo dal punto di vista di credente e tanto basta per darmi argomenti in merito senza nemmeno dover continuare.

    Edited by CignoNero75 - 25/3/2013, 21:19
     
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  11. skanda87
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    CITAZIONE (birrdie @ 25/3/2013, 15:47) 
    Ogni credente "vigoroso" è convinto che un ateo non riesce a vedere l'invisibile e gli manca "un dono" per cui si sentirà in qualche maniera scelto e in dovere di convincerlo

    Riprendendo da Birrdie questa frase che noto solo ora: asserendo che la fede sia un dono (cosa già di per sè altamente opinabile) si vuole quindi intendere che l'ateo sia mancante di qualcosa e quindi in posizione di inferiorità rispetto al credente? E perchè?
     
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  12. birrdie
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    infatti citavo come esempio il punto di vista di un ateo e di un credente
    io sono atea mimma

    ma queste discussioni sono sterili, non mi eccitano più
     
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  13. skanda87
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    Birrdie, lo hanno capito pure le pietre che sei atea. Io ho citato te unicamente per comodità (mentre leggevo mi ha colpito quella frase), vorrei che Arabia mi spiegasse il punto, visto che di là ha detto che "la fede è un dono".
     
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  14. CignoNero75
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    CITAZIONE (birrdie @ 25/3/2013, 20:14) 
    ma queste discussioni sono sterili, non mi eccitano più

    Se parte Hellstorm, che credo si trattenga solo per rispetto a me ed al forum, tu vedi quanto diventa "sterile" sta discussione. :PurpleHeartWelcome.gif:
     
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  15. †Faith†
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    Eccomi... ho letto il mio nome ed eccomi qui a dire la mia :woot: (ho questa faccina perché come già scritto in un altro topic sono in piedi da quasi 36 ore).
    Come ha detto giustamente Cigno qualche tempo fa ho "dichiarato" che vivo la fede come un dono ma questo è soltanto il mio "sentire".
    Per Arabiastyle: io sono credente ma trovo un po' esagerato questo tuo modo di porti. Per come la vivo io... Ho la "mia" fede, il mio modo di Amare Dio e di pormi verso di Lui, ma non c'è scritto da nessuna parte che la fede è uguale per tutti.
    La fede è soggettiva e io la posso vivere in un modo e tu in un altro ma questo non significa che una creda più o meno dell'altra.
    Per quanto riguarda gli atei, non è da me giudicarli e il pregiudizio è una cosa che ODIO. La maggior parte delle mie amiche è atea ma non per questo cerco di imporre loro il mio credo.
    Io sono cresciuta in una famiglia credente, poi all'età di 12/13 anni ho avuto un grosso conflitto con la fede. La mia famiglia mi ha capita senza però impormi nulla. Da sola ho "scelto" di intraprendere un cammino spirituale che mi ha condotta verso Dio.
    Questo per dire che arriva un momento in cui diventiamo più maturi e consapevoli e la fede, la religione, il credo o meno, diventano una scelta di vita.
    Poi sottolineo che se davvero si ha fede in Dio (e qui non tiro in ballo la Chiesa, perché il discorso sarebbe infinito) Lui ci insegna l'amore verso il prossimo, senza distinzione. Che sia credente o ateo, bianco o nero, etero o omosessuale...

    "Amerai il prossimo tuo come te stesso"
    Gesù disse ai suoi discepoli: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34).
     
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118 replies since 25/3/2013, 09:52   1815 views
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