«Io col crocifisso
in aula non voto»
Liana Moca, 42 anni, ha fatto rimuovere il crocifisso dal seggio di Sulmona prima di poter votare: «Lo dice la legge»
Nell'urna ti potrà anche guardare Dio, ma non Gesù Cristo. E seguendo il vecchio detto democristiano, ha fatto togliere il crocifisso dal seggio. Liana Moca, 42 anni, agente di commercio e coordinatrice locale dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, entra nell'aula della scuola elementare di viale Mazzini di Sulmona (L'Aquila), suo seggio di appartenenza.
«Io col crocifisso in aula non voto»
Consegnati i documenti e ritirata la scheda elettorale, nota un dettaglio che non le va giù. Appeso a una parete dell'aula c'è ancora un crocifisso in bella mostra. Si avvicina al presidente di seggio: «Quello si può rimuovere?». Viene accontentata: «Nel giro di cinque secondi il presidente, gentilissimo, ha fatto levare il crocifisso», racconta lei. «Del resto è un suo dovere».
La giurisprudenza, piuttosto confusa, vuole che il luogo adibito a seggio elettorale sia spoglio di ogni simbolo religioso e organizzato in modo da non «turbare la libera espressione del voto» e di rispettare «l'imparzialità dell'amministrazione» e il «principio di laicità dello Stato».
Liana non è nuova a queste richieste. «Alle amministrative del 2011 mi ritrovai davanti una madonnina e una statuina di Padre Pio. Feci rimuovere anche quelle».
FONTE: di Francesco Oggiano, vanityfair.it