Padre Pio santo? NO, IMPOSTORE!

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  1. Daimon Hellstrom
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    CITAZIONE
    “Padre Pio, il giallo delle stigmate Un farmacista: ’Nel 1919 fece acquistare dell'acido fenico, sostanza adatta per procurarsi piaghe alle mani’” (Corriere della Sera, 24 ottobre 2007)
    La Madonna era la divinità più popolare, la visitatrice più assidua ed emotiva, con le crisi di pianto delle statue che la raffiguravano, finché non è arrivato padre Pio. Ai mariologi si sono aggiunti i piologi. Proprio in questi giorni una perplessa curiosità mediatica si è risvegliata intorno al frate di Pietrelcina all’annuncio della prossima uscita di un'opera dello storico Sergio Luzzatto, Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia nel ‘900, rispolverando una novità vecchia di quasi dieci anni, il dilemma delle stimmate, genuine o bugiarde, di padre Pio. Mario Guarino ci aveva già pensato da un pezzo, esattamente nel 2002, pubblicando il libro-inchiesta Santo impostore, controstoria di Padre Pio, dopo che il frate divenne San Pio, ma si trattava dello stesso lavoro di Guarino uscito nel 1999 con un titolo appena diverso, Beato impostore…. Entrambi i libti sono circolati quasi clandestini, senza luci della ribalta, attraverso il tam-tam dei lettori, una biografua “non autorizzata” come era tenuto a spiegare l’editore in copertina.

    Non è un segreto che San Pio, al secolo Francesco Forgione, fin dagli anni Trenta del Novecento capeggiasse, in una Puglia ignorata, un business formidabile impiantato su se stesso: stimmate, miracoli, scia profumata al gelsomino. I frati, insaccati in massicce tonache inverno-estate — dove non passa il freddo non passa il caldo, ma le varie fragranze corporali SÌ — non olezzano come eleganti borghesi; se mai emanano odori stagnanti delle cose nascoste nel buio di cassapanche, delle persone rinchiuse in fitte penombre di celle crepate da feritoie e corridoi fra muri compatti senza finestre.

    Per il Vaticano padre Pio era un busillis: trascinava le folle, ma cadeva in estasi angeliche e in possessioni demoniache, aveva malori incomprensibili, mondane inclinazioni militariste e fasciste. Al tempo della Grande Guerra si schierò con gli interventisti. Richiamato alle armi, fra malattie presunte e raccomandazioni certe, alla guerra si affacciò fugacemente: pochi giorni e poi il congedo. Nel 1920 San Giovanni Rotondo fu il campo di una strage in cui si contarono quindici morti e un centinaio di feriti; la eseguirono gli “Arditi di Cristo”, clerico-fascisti con cui era allineato il frate, i quali insorsero dopo la vittoria del partito socialista alle elezioni comunali.



    Ancora nel 1920 padre Agostino Gemelli, medico, fondatore della psicologia sperimentale e consulente del Sant’Uffizio, venne da questa sede incaricato di visitare padre Pio ed eseguire “un esame clinico delle ferite”, cioè delle stimmate. Il frate rifiutò: mancava l’autorizzazione scritta del Sant’Uffizio. Vane le proteste di padre Gemelli: «Ma io sono del Sant'Uffizio! E sono stato mandato qui dal cardinale Merry Del Val in persona! Che cosa dovrei fare? Scrivere un permesso per me stesso?». Padre Gemelli stilò ugualmente una diagnosi: “È un bluff… Padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell'isterico e dello psicopatico… Quindi, le ferite che ha sul corpo... Fasulle… Frutto di un’azione patologica morbosa… Un ammalato si procura le lesioni da sé… Si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti… tipico della patologia isterica”.

    Le piaghe potevano essere smascherate anche da altri medici, ma nessun dottore fu mai ammesso a visitare il frate, tranne due. Riuscirono nell’impervia impresa il dottor Vincenzo Tangaro e il professor Amico Bignami. Quest’ultimo doveva esaminare le stimmate per conto del Sant’Uffizio. Mario Guarino riporta che “il medico napoletano Vincenzo Tangaro” durante l’incontro con padre Pio “ebbe cura di osservarne le mani”; poi, sul quotidiano Il Mattino, scrisse: “Le stigmate sono superficiali e presentano un alone dal colore caratteristico della tintura di iodio”. Il professor Amico Bignami, come ancora racconta Mario Guarino, nella relazione precisò che le stimmate “rappresentano un prodotto patologico, sulla cui genesi sono possibili le seguenti ipotesi:

    a) …determinate artificialmente o volontariamente;

    b) …manifestazione di uno stato morboso;

    c) …in parte il prodotto di uno stato morboso e in parte artificiale”

    L’ipotesi più probabile del professore era fossero state “mantenute artificialmente con un mezzo chimico, per esempio la tintura di iodio.

    Egli aveva infatti osservato “una pigmentazione bruna dovuta alla tintura di iodio. È noto che la tintura di iodio vecchia… diventa fortemente irritante e caustica”.

    Dopo che l'arcivescovo di Manfredonia affibbiò a padre Pio il marchio d’indemoniato e liquidò i suoi confratelli come una banda di truffatori, intervenne il Sant’Uffizio, ordinando al frate d’infilarsi i mezzi guanti per nascondere le stimmate e ai fedeli di evitarlo, poi gli tolse ogni prerogativa, salvo la messa da celebrare in privato.

    Neppure papa Giovanni sentì puzzare di santità padre Pio. Un'indagine della Santa Sede a San Giovanni Rotondo scoprì frati in possesso di auto e di grosse somme di denaro, donne che pernottavano al convento; il beato faceva sesso un paio di volte la settimana (come si legge nella relazione a seguito dell’indagine vaticana, “bis hebdomada copulabat cum muliebre”). Il commercio di pezzuole macchiate dalle stimmate (e sangue di gallina), viaggiava a velocità supersonica. Padre Pio fu di nuovo segregato e i molti frati che avevano mandato al diavolo il voto di povertà vennero spediti altrove.

    Il frate fece erigere la “Casa Sollievo della Sofferenza”, un grande ospedale, ma non commosse il Vaticano. Lo rimise in pista Paolo VI, con un prezzo di scambio: accertato il giro d’affari che ballva intorno a padre Pio, il Vaticano ottenne la nomina a erede universale nel testamento del frate e fiancheggiò il fenomeno padre Pio.

    A San Giovanni Rotondo sono state rilasciate novanta concessioni edilizie per alberghi, finite in mano a esponenti politici. La “Casa Sollievo della Sofferenza” percepisce ogni anno milioni di euro da stato e Regione, in parte girati al Vaticano.

    Morendo, il 23 settembre 1968, padre Pio fece un altro miracolo: le stimmate sparirono, ma il più bel miracolo glielo confezionò un suo illustre devoto, papa Wojtyla. Padre Pio, con la condanna d’impostore, mai revocata dal Sant’Uffizio, non aveva alcuna chance di santità. Giovanni Paolo II, “de imperio”, l’ha messo sugli altari a tempo di record. Nessuno è rientrato nella squadra dei santi a così breve distanza dal trapasso.

    Le star alimentano il flusso di 5-7 milioni di pellegrini l’anno alla Mecca del frate, e Guarino informa: “Voluti da padre Pio e sorti negli anni Cinquanta, i Gruppi di preghiera… Il Centro di San Giovanni Rotondo coordina i Gruppi, raccoglie le offerte e i lasciti… gestisce un fiorente merchandising di libri, videocassette, calendari, agende, foto, cartoline, opuscoli, dedicati al frate… Un apposito minimarket e molti negozi di San Giovanni Rotondo vendono mozzarelle scamorzoni, manteche, provoloni, olio, tutti "marchiati Pio" e prodotti da tre fattorie di proprietà dell'Opera padre Pio"

    fotopadrepio01

    veritaoltreilsistema.com/2011/09/padre-pio-santo-no-impostore.html?m=1
     
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  2. Mugsy_Gollum
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    non è la prima volta che sento sta storia
    mi giungono nuove le frequentazioni col fascio

    che dire...da piccolo probabilmente sentendo ste cose avrei mandato a fanculo l'autore del libro, oggi non mi sento di escludere nulla
     
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  3. Daimon Hellstrom
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    Non è un segreto che il Vaticano lo ha sempre osteggiato, alla fine meglio prendere i soldi e far finta di niente, grazie anche a GPII
     
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  4. Black butterfly
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    io ho avuto sempre molto timore di quest'uomo..... ma mi sono trovata a pregarlo nei momenti più assurdi per me... e mi ha portato serenità..... non riesco a credere o meglio non ci voglio credere che sia un impostore.... a volte, si sa... si deve credere a qualcosa per alleviare certe angosce... e , a volte, (poche vole a dire il vero) parlando a lui, mi è successo... quindi mi tengo stretta sta cosa....
     
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  5. <Xenos>
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    Una delle frasi che preferisco e che ho letto da qualche parte (ma ora non ricordo dove) dice così..

    La verità è un fatto. Una cosa non diventa vera perchè speriamo, crediamo o vogliamo che lo sia. Non possiamo creare la veritá, possiamo solo cercare di comprenderla.
     
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4 replies since 30/1/2014, 20:13   133 views
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